Tecniche di Innesto

AL “PANTANELLI” SI RISCOPRE L’ARTE DELL’INNESTO

di Nacci Vincenzo

Classe IIIB

 

OSTUNI- Nei mesi di marzo e aprile si è svolto, presso L’Istituto Tecnico Agrario Pantanelli il corso dedicato alle diverse tecniche di innesto. Le lezioni sono state tenute dal prof. Pasquale Venerito, laureato in scienze agrarie presso l’Università degli studi di Bari, con la collaborazione ed il tutoraggio del prof. Francesco Chialà e sono durate 15 ore, divise in cinque giorni.

I ragazzi frequentanti il corso hanno partecipato a delle lezioni introduttive prettamente teoriche dove hanno potuto comprendere il meccanismo di riproduzione e moltiplicazione delle piante; successivamente hanno approfondito le tecniche di propagazione agamica, in particolare l’innesto.

L’innesto è una pratica agronomica realizzata con la fusione anatomica e fisiologica di due individui differenti (chiamati bionti), detti rispettivamente portinnesto (o soggetto o ipobionte) e nesto (o oggetto, marza o epibionte). Il fine di questa pratica è avere maggiore controllo di diversi aspetti della pianta quali vigoria, resistenza ai parassiti, adattamento all’ambiente pedoclimatico, fasi fenologiche e qualità della produzione.

Dopo aver analizzato gli aspetti principali dell’innesto, il prof. Venerito ne ha mostrato i diversi tipi: innesti per approssimazione, ad occhio e a marza.

A loro volta gli innesti ad occhio (o a gemma) si dividono in innesti a scudo, a pezza (o tassello), a zufolo (o anello) e alla maiorchina. Mentre gli innesti a marza si dividono in innesto a spacco comune, a pennino, a corona e a triangolo.

Concluse le lezioni teoriche i ragazzi hanno potuto osservare direttamente le diverse tecniche di innesto e successivamente provare a praticarle in prima persona.

Con l’occhio vigile ed esperto del prof. Venerito gli alunni sono riusciti ad innestare diversi individui in vaso di Mirabolano (Prunus cerasifera) con molteplici varietà di susino utilizzando soprattutto innesti a gemma, mentre hanno innestato degli individui di Olivastro (Olea europaea) con varietà di olivo presenti nell’azienda della scuola (in particolare ogliarolo).

Nell’ultima lezione, tenutasi il 6 aprile, i ragazzi hanno assistito a diversi innesti in campo praticati dal loro maestro ad alcune piante di agrumi e olivi appartenenti al terreno di proprietà della scuola.

Questa esperienza, molto apprezzata dagli alunni che vi hanno partecipato, ha creato un senso di curiosità e di fascino verso questa disciplina antica che si sta perdendo con il tempo. I “maestri innestatori” del passato sono sempre meno a causa della grande scelta che i vivai offrono di piante già innestate o con caratteristiche specifiche grazie alle biotecnologie innovative, ma anche per una generale disaffezione alla terra e alla natura che forse negli ultimi tempi si sta affievolendo.

Questa esperienza, inoltre, servirà a noi ragazzi per portare avanti un’arte che con il passare degli anni e delle generazioni rischia di scomparire o modificarsi irrimediabilmente.